Bureaucracy (Episodio 3)
Ok, sono incazzato.
Incazzato NERO.
L’Italia non è un paese civile, non è avanzato, non è nemmeno del terzo mondo.
E’ una denominazione geografica e basta, dove si organizza un ammasso di bastardi e di deficienti allo scopo unico di rendere impossibile la vita agli altri individui che incidentalmente abitano entro il medesimo confine.
Il 27 febbraio è nata nostra figlia Gemma. Gioia, gaudio e tripudio!
Quando nacque Yuri, ricordo che dovemmo andare insieme io e Stefi a fare la dichiarazione di Nascita perchè non eravamo ancora sposati…Ma ora che siamo sposati, E’ TUTTO PIU’ FACILE E VELOCE, NO???
Il 28 febbraio mi sono presentato puntuale all’ufficio dichiarazione nascite con i referti del reparto di ostetricia ed ho compilato tutto ciò che dovevo compilare. Al momento di andarmene, rimango sorpreso che non mi stiano rilasciando nessuna ricevuta…chiedo lumi:”Ma non mi rilasciate nulla? Dovrò chiedere il codice fiscale per…” – “No, no, non si fa più così! Non si preoccupi: mandiamo tutto noi in automatico al suo comune di residenza e poi lei va direttamente lì e chiede il codice fiscale e tutto il resto!”.
“AH, CHE MERAVIGLIA!! HANNO AUTOMATIZZATO UN PROCESSO NOIOSO!! VIVA, VIVA!!” – pensa il mio innocente cervello di esperto informatico ricordando la coda che dovetti fare il giorno dopo la nascita del nostro primogenito presso l’Ufficio dell’Agenzia delle entrate per consegnare i documenti necessari a richiedere il codice fiscale di Yuri che poi sarebbe servito per effettuare la scelta del medico di base il giorno successivo…
Ok, tenetevi forte perchè adesso inizia la parte davvero vergognosa. Gemma nasce a San Fermo della Battaglia, a 70 km da Peschiera Borromeo dove abbiamo la residenza. Ho fatto la dichiarazione il 28 Febbraio alle 11 di mattina. La dichiarazione è stata registrata su un computer e quindi trasmessa al Comune di Peschiera Borromeo. Quanto tempo potrà impiegare un documento a transitare via posta elettronica da San Fermo della Battaglia a Peschiera Borromeo? A spanne direi che anche ipotizzando delle linee di merda ed un allegato da 1 MB, dovrebbe metterci al più dai 10 ai 15 secondi, assumendo tutte le latenze possibili ed immaginabili. Per dare tempo al tempo, considero che magari verrà ricevuto tutto, ma verrà aperta la mail solo nel pomeriggio, pertanto magari la pratica andrà al giorno successivo. Che però è sabato, pertanto non verrà elaborata…passiamo a Lunedì. Parliamo di uffici pubblici…diamo loro un giorno per fare un minimo di gestione della pratica…andiamo a Martedì. Caso vuole che Martedì devo portare Yuri ad una visita e quindi decido di partire presto e andare la mattina presso il Comune di Peschiera Borromeo…
Giunto al Comune scopro che della pratica non c’è traccia. Zero. Niente di niente. Scopro che per quanto la Legge imponga a tutte le aziende di interagire con le PP.AA. via PEC (la stronzata del secolo che solo noi in Italia ci siamo dovuti inventare), non tutti gli uffici pubblici la usano, pertanto la pratica non è stata ancora ricevuta. Dovrà arrivare il cartaceo. Attenzione, perchè significa che un plico deve percorrere 70 km. Io in macchina ci metto 50 minuti. Il plico in 4 giorni non ce la fa. “Vabbè…” – dico io con una moderata stizza – “…vorrà dire che passerò tra qualche giorno…”. Nel frattempo le impiegate dell’ufficio Stato Civile si premurano di trascrivere il mio numero di cellulare e quello di mia moglie per poterci informare non appena fosse giunta la pratica…
OGGI, 13 marzo, dopo la bellezza di 6 giorni lavorativi, dato che non mi ha chiamato ancora un cazzo di nessuno, torno in Comune. Stato Civile… -“Salve, sono venuto per la pratica di Gemma…” – “ah, sì, ecco, dunque, le spiego: la pratica è arrivata a noi lunedì scorso [10 marzo, ndr], è stata protocollata il giorno successivo [11 marzo, ndr], quindi è tornata a noi ieri che l’abbiamo registrata nella scheda anagrafica [12 marzo, ndr].”
Ora, io non voglio essere per forza un pezzo di merda, ma dovete sapere che il Comune di Peschiera Borromeo è piccolo come un condominio di due piani e mezzo. Anche volendo ipotizzare la massima distanza possibile tra l’ufficio posta, l’ufficio protocollo e l’ufficio stato civile, il plico non può aver percorso più di (esagerando tantissssssssimo) 500 metri. Significa che ha viaggiato da San Fermo della Battaglia a Peschiera Borromeo alla strabiliante velocità di 291 metri all’ora. Poi, finalmente, giunta a Peschiera Borromeo, si è spostata alla incredibile velocità di 6.9 metri all’ora! Evviva evvivaaaa!!!
Ma, e qui viene il bello, le impiegate mi dicono che a loro era stata preannunciata VIA FAX la pratica già la settimana precedente! Ora, senza bisogno di scomodare il codice civile e quant’altro, dovete sapere che una lettera trasmessa via FAX ha valore legale e si considera conforme all’originale salvo che non ne venga contestata la difformità. E siccome farebbe proprio strano che un ufficio dichiarazioni nascite di un polo ospedaliero inviasse fax fasulli all’ufficio Stato civile di un comune, direi che il FAX avrebbe dovuto essere sufficiente. Invece no! Per regolamento interno, loro registrano solo gli atti in originale o ricevuti via PEC! Ecco! Tiè! Fottiti Chobbo! Tu e la tua legge dello Stato! Io c’ho il regolamento e me ne sbatto il cazzo!
Già questo dovrebbe fare incazzare, ma vabbè, ormai hanno registrato l’atto…-“E quindi, mi dica, di cosa ha bisogno?” – “eeeh…veramente mi serve sapere il codice fiscale per andare a fare la scelta del medico, la richiesta delle detrazioni, ecc..ecc..” – “ah, ma noi il codice fiscale mica lo sappiamo ancora. Ce lo devono comunicare da Roma. Non lo sappiamo! E poi, anche se ce lo comunicano, non siamo tenuti a darglielo, non possiamo rilasciarlo noi il numero. Deve arrivare il certificato da Roma. Quando ci arriva il codice fiscale, noi facciamo la cortesia ai cittadini che lo richiedono di anticiparlo, così che possano andare a fare le loro pratiche, ma in ogni caso si deve aspettare il certificato da Roma!” – “COOOOOOOOSAAAAA?? E QUANTO CI VUOLE PER TUTTA QUESTA TRAFILA??” – “Eh, dipende da Roma, da quanto ci mettono, ma di solito in un paio di settimane arriva tutto”.
Mi incazzo. Faccio presente che son consapevole che non dipende da loro, perlomeno direttamente, ma in ogni caso io ho già preso la mattinata di ferie per fare la pratica e quindi, che sia o meno colpa loro, loro rappresentano la PP.AA. che mi sta facendo buttare via il tempo. Chiedo quindi che mi diano una soluzione alternativa. “Eh, guardi, non lo so…non ne ho idea…” – “Ma posso andare per conto mio All’agenzia delle entrate e farmi dare il numero?” – “Eh, non saprei, non le so dire…non so…” – interviene la collega:”beh, magari se va lì direttamente…può andare con il certificato di nascita e farlo…”. Io, che scemo non sono, so che i certificati rilasciati da una PP.AA. non si possono PER LEGGE presentare ad altri uffici della PP.AA., tanto che su di essi viene riportata la dicitura:”Il presente certificato non può essere prodotto agli organi della pubblica amministrazione o ai privati gestori di pubblici servizi.”
Glielo dico:”ma guardate che i certificati dell’anagrafe non si possono presentare ad altri uffici della PP.AA.” – “Ma come? Ma noo, ma altri certificati, questi si, ci mancherebbe…si fa un certificato su carta semplice per gli usi di legge e va benissimo!” – “Ok, va bene…allora fatemi il certificato.” – “Eh, no. Non li facciamo noi, li deve chiedere all’ufficio anagrafe: deve uscire, va in sala d’attesa, prende il numerino e quando la chiamano chiede il certificato!”.
Sopprimo dentro di me un possente
“MACCHECCAZZOVUOIFARMIFAREANCORACODEEPRENDERE
NUMERINOSTRONZADIMERDAFAMMIILCERTIFICATOEBASTA!”
e mi reco in sala d’attesa. Prendo il numerino…aspetto…è il mio turno. Chiedo il certificato.
Dentro di me scoppia un torrente di bestemmie.
Torno allo Stato civile senza passare dal numerino sventolandogli il certificato davanti alla faccia e, senza salutare nemmeno, recito:”Il presente certificato non può essere prodotto agli organi della pubblica amministrazione o ai privati gestori di pubblici servizi. Ve l’avevo detto, CAZZO!”. Esco e me ne vado.
Telefono a Stefi sfuriando contro tutto il creato per questa colossale presa per il culo…le chiedo di ricercare l’ufficio dell’Agenzia delle entrate a cui riferirmi per vedere se in ogni caso è possibile…lei prova a chiamare il numero verde ma, come è ovvio, non riesce ad accedere al servizio. Finalmente riesce a risalire all’ufficio al quale dovrei riferirmi (che ovviamente è dall’altro lato di Milano). Prova a chiamare lì ed ovviamente non funziona per un cazzo nemmeno lì l’assistenza telefonica! Mi manda via Whatsapp l’indirizzo email per provare a scrivere, ma figurati se leggeranno mai le mail…riesco a trovare il numero di un ufficio e chiedo direttamente. E mi rispondono che NO, non è possibile chiedere direttamente un codice fiscale per un nuovo nato, perchè tale codice viene generato dai comuni all’atto di iscrizione all’anagrafe tributaria e non può essere richiesto direttamente.
Ormai il torrente di bestemmie si è trasformato in uno tsunami di blasfemia che travolge ogni singolo pertugio dell’intero pantheon, sommergendo ogni fede religiosa ed ogni credo sotto miliardi di improperi ed insulti.
Stravolto dalla quantità di odio e furia cieca che mi sta trasudando dalla pelle, decido di tornare a casa per fare qualcosa che, al confronto, è una passeggiata di salute: portare la macchina di Stefi, che non ha nemmeno 15000 km e le cui rate son terminate nel gennaio scorso, a fare la revisione obbligatoria. Credo che quella macchina non abbia mai dovuto nemmeno fare un cambio olio. Probabilmente non ha mai nemmeno dovuto rabboccare il tergivetri. Eppure deve fare la revisione…65.6 euro per verificare che una macchina sostanzialmente nuova sia ancora in ordine di marcia.
Bazzecole rispetto all’impatto con il nauseante catorcio procedurale che è la nostra pubblica amministrazione.